medici persso strutture pubbliche illegittimitą contratti co.co.co. o a progetto e subordinazione

 

Ancora una vittoria dagli avvocati dello Studio legale Mirante nel caso esaminato dalla sentenza che seghe.

Il Tribunale Civile di Roma sezione lavoro con sentenza n° 8503 del 2018 ha accertato un rapporto di lavoro subordinato tra il medico e la struttura sanitaria, nel caso esaminato il Policlinico Umberto I, ed ha condannato il policlinico al pagamento a favore del medico della somma pari a 56.799,00€ oltre accessori di legge ed oltre spese legali pari ad euro 5.000.

il medico dirigente espletava le proprie mansioni presso il reparto di pronto soccorso del policlinico Umberto I  a mezzo due contratti dapprima con collaborazione coordinata e continuativa e poi con contratto a progetto.  

Nonostante i contratti ravvisavano un rapporto di lavoro autonomo di fatto, invece, il rapporto di lavoro appalesava tutti gli indici del rapporto di lavoro subordinato. Il medico, infatti, era inserito nella turnazione oraria e giornaliera determinata esclusivamente dalla struttura sanitaria, ed il suo apporto lavorativo rispondeva esclusivamente alle esigenze del reparto di pronto soccorso al quale il medico era destinato. 

Il medico inoltre doveva chiedere l'autorizzazione per astenersi dal lavoro (ferie), espletava lavoro straordinario ed i turni erano spesso festivi e notturni e non emergeva alcun reale progetto , seppur elusivamente il contratto fosse appunto  a progetto. 

  Sulla base delle suddette circostanze il giudice accertava la subordinazione per l'intera durata lavorativa circa tre anni ed accertava che il medico era inserito nella stabile organizzazione del policlinico le cui mansioni erano destinate esclusivamente  a sopperire alla carenza di personale nel reparto cui era stato assegnato. 

Conseguentemente   all'accertamento della subordinazione, non potendosi rivendicare la stabilizzazione del rapporto di lavoro essendo Il Policlinico una struttura pubblica a cui si accede mediante concorso, il Tribunale riconosceva il risarcimento in termini monetari parametrato a tutte le differenze retributive ossia alla differenza tra lo stipendio salariale   che il medico avrebbe percepito se fosse stata subordinata con quanto effettivamente percepito in virtù dei contratti di lavoro illegittimi. 

  Tale sentenza corrobora la giurisprudenza maggioritaria che evidenzia sempre più spesso l'assunzione fraudolenta, negli ospedali pubblici e nelle cliniche private, di medici, infermieri, osse, etc. con contratti di lavoro atipici e parasubordinati (contratto collaborazione continuativa, a progetto, partita iva) quando, invece, il concreto atteggiarsi del rapporto di lavoro evidenzia poi i "sintomi" indiscussi della subordinazione. 

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